Il pensiero ripetitivo – Ruminazione depressiva

?️ Riccardo FochesatoBenjamin Gallinaro

La ruminazione depressiva è uno stile di pensiero ripetitivo, negativo e focalizzato su problemi del passato e sul proprio disagio. Consiste nello sforzo di analizzare e comprendere cause e conseguenze del proprio disagio.

È caratterizzato da diverse strategie di pensiero:

  • ruminazione analitica: una riflessione astratta sulle cause di un dato evento o dei propri sintomi, associata ad una deflessione del tono dell’umore;
  • ruminazione auto-critica: un’analisi degli eventi negativi passati, alla spasmodica ricerca di possibili valutazioni negative di sé, associata a sentimenti di vergogna, colpa o disgusto;
  • ruminazione controfattuale: un’analisi degli eventi passati, associata ad eventuali alternative (sia dei propri comportamenti che del modo in cui questi avrebbero o meno influenzato l’esperienza negativa: “se avessi…”).

Le caratteristiche della ruminazione depressiva sono:

  1. ripetitività,
  2. valenza negativa,
  3. focus su di sé,
  4. grande consumo delle risorse mentali e cognitive,
  5. ragionamento di tipo astratto.

Le conseguenze di questa modalità di pensiero sono:

  • prolungamento dell’umore depresso,
  • rinforzo della tendenza all’evitamento,
  • riduzione della capacità di risolvere i problemi,
  • produzione di auto-svalutazioni globali,
  • riduzione della motivazione al cambiamento,
  • decremento delle prestazioni cognitive,
  • danneggiamento delle relazioni interpersonali.

Le credenze metacognitive false legate alla ruminazione depressiva possono distinguersi in:

  • Negative
  1. “è automatico e incontrollabile”, “sono fatto così” – viene percepito come una componente di personalità, caratteriale;
  2. “ha origine biologica, è determinata da una anomalia fisica o genetica”, “era così anche mia mamma”;
  3. “è pericoloso”, “a forza di avere questi pensieri impazzirò”.
  • Positive:
  1. “mi aiuta a capire” – in realtà a causa dell’assenza di una “illuminazione finale” produce ben presto una perdita di speranza, accompagnata da una sensazione costante di impotenza;
  2. “mi aiuta a risolvere problemi” – l’analisi del problema viene confusa con l’identificazione di una soluzione, fasi ben distinte del processo di problem solving;
  3. “mi definisce come individuo intelligente/profondo”;
  4. “mi aiuta a compiere il mio dovere, mi fa sentire in pace con me stesso”, quando in realtà tende a coprire parzialmente il senso di colpa;
  5. “mi aiuta a non illudermi”, tuttavia è una forma di evitamento, con la quale ci si distacca dal piano emotivo (quindi sia sensazioni negative che positive);
  6. “mi aiuta a organizzarmi”.

 

Video-spiegazione

Bibliografia:

  • Manfredi, C., Caselli G., Rebecchi, D., Rovetto F., Ruggiero, G.M., Sassaroli, S., Spada, MM (2011). Temperament and Parental Styles as Predictors of Ruminative Brooding and Worry. Personality and Individual Differences, 50(2), 186-191.
  • Sassaroli, S & Ruggiero, G.M. (2003). Psicopatologia cognitiva del rimuginio. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 9, 31-45.

Il pensiero ripetitivo – Introduzione

?️ Riccardo FochesatoBenjamin Gallinaro

Il pensiero ripetitivo è un meccanismo frequente che mettiamo in atto in maniera spesso inconsapevole, quando desideriamo superare un evento spiacevole passato, oppure quando vogliamo prepararci per un evento futuro stressante.
A differenza di quanto si possa comunemente pensare, questa modalità di pensiero può risultare dannosa, negativa e particolarmente inefficace.

Il pensiero ripetitivo è comune a tutti noi e riconoscerlo non è necessariamente indice di qualcosa che non va. Assume, tuttavia un significato clinico nel momento in cui possiede due caratteristiche principali:

  • viene percepito come incontrollabile in maniera cosciente,
  • è pervasivo, cioè richiede un grande uso di energie e di tempo.

Ad oggi sono stati osservati due fattori di rischio per lo sviluppo di una forma di pensiero ripetitivo patologica: un fattore temperamentale (aspetti innati della propria personalità) e uno esperienziale (dalla propria esperienza di vita). Quest’ultimo in particolare è influenzato dallo stile educativo adottato da parte dei nostri genitori nel corso del nostro sviluppo. In particolare, un temperamento timoroso del bambino a contatto con uno stile genitoriale apprensivo, iperprotettivo o invadente sono condizioni particolarmente predisponenti.

Questo meccanismo, in poche parole, avrebbe il fine di incrementare la nostra percezione di sicurezza a fronte di una situazione che ci fa sentire stressati o in ansia, senza però attuare alcuna azione concreta per contrastarla o risolverla.

In linea generale, questo tipo di pensiero può essere focalizzato:

  • al passato,
  • al futuro.

E, più in particolare, il pensiero ripetitivo focalizzato al passato si distingue in:

  • ruminazione depressiva,
  • ruminazione rabbiosa,
  • ruminazione post evento;

mentre quello focalizzato al futuro in:

  • rimuginio ansioso,
  • pensiero desiderante.

Nel corso di questa serie di pubblicazioni andremo a fornire interessanti informazioni circa le caratteristiche, gli effetti negativi e le credenze metacognitive, ovvero le credenze che sviluppiamo circa la dannosità o l’utilità di questo stile di pensiero.

Bibliografia:

  • Manfredi, C., Caselli G., Rebecchi, D., Rovetto F., Ruggiero, G.M., Sassaroli, S., Spada, MM (2011). Temperament and Parental Styles as Predictors of Ruminative Brooding and Worry. Personality and Individual Differences, 50(2), 186-191.
  • Sassaroli, S & Ruggiero, G.M. (2003). Psicopatologia cognitiva del rimuginio. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 9, 31-45.

Sitografia:

  • https://psiche.santagostino.it/2018/01/04/rimuginio-pensiero-ripetitivo/

I Sistemi Motivazionali – Esplorazione/Autonomia

?️ Riccardo FochesatoIlenia MorrealeBenjamin Gallinaro

Questo sistema è strettamente correlato al desiderio di diventare autonomi e alla regolazione dei meccanismi di adattamento all’ambiente attraverso lo studio, la scoperta e l’esplorazione circostante. Ciò permette a ciascuno di acquisire conoscenze, ridurre l’incertezza percepita e accrescere la nostra capacità di sperimentarci e muoverci, in modo da adattarci al meglio all’interno dei contesti in cui viviamo. ??
Quando i bisogni alla base di questo sistema vengono correttamente raggiunti, si possono osservare emozioni di soddisfazione personale, autoefficacia, sorpresa e vitalità.? Quando questi non sono soddisfatti, ciò che domina è un senso di inadeguatezza ? nel cavarsela da soli oppure di frustrazione e rabbia se li percepiamo ostacolati. ?
A differenza degli altri sistemi, questo si mantiene costantemente attivo, anche se a livelli di intensità molto diversi. In particolare, è possibile percepire l’attivazione di questo sistema ogni qualvolta ci troviamo di fronte ad elementi (persone, oggetti, luoghi) non familiari e rispondiamo con interesse, curiosità e motivazione all’esplorazione. ?

Un esempio dell’attivazione di questo sistema è:
Sentiamo di avere il bisogno di diventare autonomi, sia dal punto di vista economico, che andando a vivere in una nuova città da soli, lontano dai genitori. 

 


Bibliografia:

  • J.D. Lichtenberg, F.M. Lachmann, J.L. Fosshage, “I sistemi motivazionali”, Il Mulino, Bologna, 2012
  • Liotti, “La dimensione interpersonale della coscienza”, Carocci editore, Milano, 2020
  • Liotti, G. Fassone, F. Monticelli, “L’evoluzione delle emozioni e dei sistemi motivazionali. Teoria, ricerca, clinica”, Raffaello Cortina editore, Milano, 2017
  • Liotti, F. Monticelli, “Teoria e clinica dell’alleanza terapeutica. Una prospettiva cognitivo-evoluzionista”, Raffaello Cortina editore, Milano, 2014
  • Dimaggio, A. Montano, R. Popolo, G. Salvatore, “Terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità”, Raffaello Cortina editore, Milano, 2013
  • Dimaggio, P. Ottavi, R. Popolo, G. Salvatore, “Corpo, immaginazione e cambiamento. Terapia metacognitiva interpersonale”, Raffaello Cortina editore, Milano, 2019
  • Gilbert, N. Petrocchi, “La terapia focalizzata sulla compassione”, Franco Angeli editore, Milano, 2012

I Sistemi Motivazionali – Affiliazione

?️ Riccardo FochesatoIlenia MorrealeBenjamin Gallinaro

Il sistema di  affiliazione è per alcuni autori il precursore del sistema di cooperazione, per altri un derivato da quello di attaccamento o da quello della territorialità, per altri ancora un effetto collaterale degli adattamenti evoluzionistici. Questo sistema riguarda in modo più ampio la possibilità  di creare dei legami attraverso sintonizzazioni affettive , tramite lo “ stare con l’altro”, allo stesso tempo riuscendo a distinguere nettamente se stesso dall’altro. ?

Fin da piccoli siamo immersi in un contesto sociale molto ampio, familiare ed amicale che ci consente di sviluppare il senso di appartenenza al gruppo. Le tensioni dinamiche tra appartenenza alla famiglia e affiliazione a gruppi sociali possono diventare critiche nell’adolescenza.

Questo sistema attiva il desiderio di appartenere a gruppi di differente natura (parenti, amici, colleghi, persone con cui si condividono valori, passioni, interessi…). ?‍?‍??‍?
L’attivazione di questo sistema avviene in presenza di:

  • bisogno di protezione, difesa o cooperazione ?
  • desiderio di coinvolgimento o apprendimento di nuove competenze ?
  • situazioni in cui osserviamo un gruppo unito e coeso ?‍♀️
  • senso di solitudine. ?

Nel momento in cui ci avviciniamo all’obiettivo di appartenere al gruppo le emozioni dominanti sono felicità e fiducia;? quando ci allontaniamo, prevalgono tristezza da esclusione e sfiducia. ?

La disattivazione del Sistema di Affiliazione avviene nel momento in cui si è accettati dal gruppo ?, quando è raggiunto l’obiettivo comune e il gruppo si scioglie o quando si attivano altri sistemi.
Alla base dell’affiliazione vi è la necessità di appartenenza al gruppo sociale anche in accordo con il formarsi dell’identità sociale.

Un esempio dell’attivazione di questo sistema è:
Iniziamo un nuovo corso di laurea, e sentiamo un bisogno di appartenere al gruppo della classe.

 

Bibliografia:

  • J.D. Lichtenberg, F.M. Lachmann, J.L. Fosshage, “I sistemi motivazionali”, Il Mulino, Bologna, 2012
  • Liotti, “La dimensione interpersonale della coscienza”, Carocci editore, Milano, 2020
  • Liotti, G. Fassone, F. Monticelli, “L’evoluzione delle emozioni e dei sistemi motivazionali. Teoria, ricerca, clinica”, Raffaello Cortina editore, Milano, 2017
  • Liotti, F. Monticelli, “Teoria e clinica dell’alleanza terapeutica. Una prospettiva cognitivo-evoluzionista”, Raffaello Cortina editore, Milano, 2014
  • Dimaggio, A. Montano, R. Popolo, G. Salvatore, “Terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità”, Raffaello Cortina editore, Milano, 2013
  • Dimaggio, P. Ottavi, R. Popolo, G. Salvatore, “Corpo, immaginazione e cambiamento. Terapia metacognitiva interpersonale”, Raffaello Cortina editore, Milano, 2019
  • Gilbert, N. Petrocchi, “La terapia focalizzata sulla compassione”, Franco Angeli editore, Milano, 2012