?️ Riccardo Fochesato, Benjamin Gallinaro
Il pensiero ripetitivo è un meccanismo frequente che mettiamo in atto in maniera spesso inconsapevole, quando desideriamo superare un evento spiacevole passato, oppure quando vogliamo prepararci per un evento futuro stressante.
A differenza di quanto si possa comunemente pensare, questa modalità di pensiero può risultare dannosa, negativa e particolarmente inefficace.
Il pensiero ripetitivo è comune a tutti noi e riconoscerlo non è necessariamente indice di qualcosa che non va. Assume, tuttavia un significato clinico nel momento in cui possiede due caratteristiche principali:
- viene percepito come incontrollabile in maniera cosciente,
- è pervasivo, cioè richiede un grande uso di energie e di tempo.
Ad oggi sono stati osservati due fattori di rischio per lo sviluppo di una forma di pensiero ripetitivo patologica: un fattore temperamentale (aspetti innati della propria personalità) e uno esperienziale (dalla propria esperienza di vita). Quest’ultimo in particolare è influenzato dallo stile educativo adottato da parte dei nostri genitori nel corso del nostro sviluppo. In particolare, un temperamento timoroso del bambino a contatto con uno stile genitoriale apprensivo, iperprotettivo o invadente sono condizioni particolarmente predisponenti.
Questo meccanismo, in poche parole, avrebbe il fine di incrementare la nostra percezione di sicurezza a fronte di una situazione che ci fa sentire stressati o in ansia, senza però attuare alcuna azione concreta per contrastarla o risolverla.
In linea generale, questo tipo di pensiero può essere focalizzato:
- al passato,
- al futuro.
E, più in particolare, il pensiero ripetitivo focalizzato al passato si distingue in:
- ruminazione depressiva,
- ruminazione rabbiosa,
- ruminazione post evento;
mentre quello focalizzato al futuro in:
- rimuginio ansioso,
- pensiero desiderante.
Nel corso di questa serie di pubblicazioni andremo a fornire interessanti informazioni circa le caratteristiche, gli effetti negativi e le credenze metacognitive, ovvero le credenze che sviluppiamo circa la dannosità o l’utilità di questo stile di pensiero.
Bibliografia:
- Manfredi, C., Caselli G., Rebecchi, D., Rovetto F., Ruggiero, G.M., Sassaroli, S., Spada, MM (2011). Temperament and Parental Styles as Predictors of Ruminative Brooding and Worry. Personality and Individual Differences, 50(2), 186-191.
- Sassaroli, S & Ruggiero, G.M. (2003). Psicopatologia cognitiva del rimuginio. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 9, 31-45.
Sitografia:
- https://psiche.santagostino.it/2018/01/04/rimuginio-pensiero-ripetitivo/